ABITO IL MIO SILENZIO

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LUCE

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Spesso ci si perde nelle strade colorate della Vita e non ti accorgi di cosa ti accade dentro. Ma quando ti fermi, perché è la stessa Vita che ti ferma. È quello il momento che entro nella mia ombra, nel buio più profondo per portare "Luce".

La Dama del biancospino

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Testimone della Verità. Ha compreso. Sa, perché ha visto. 
L'uomo ha solo una via per tornare a Casa, se ne diventa consapevole, altrimenti si perde nell'infinto magma della materia. Infiniti Universi coesistono.


AUTORITRATTO

Acqua

Acqua avvolse la mia gioia, racchiudendo in quella profondità scura che in ogni cuore di bambino ferito si trova. Anche nell’acqua più scura e profonda, una luce splende sempre, e so che mai nessuno potrà spegnerla.
Mai!

Terra

Terra, porta i segni della mia infanzia fino alla adolescenza. Frustrato, violato, preso in giro e beffeggiato da coetanei “cattivi inconsapevoli” perché quello gli era stato insegnato dagli adulti: l’odio per il diverso.
Il colore può far male.

Aria

Aria, sono quei momenti di leggerezza che passavo sotto la mia quercia, nei pomeriggi d’estate o nelle belle giornate d’inverno a guardare il sole tra le foglie che il vento sussurrando loro, le faceva danzare. L’Eterno creava così un caleidoscopio colorato dove la mia mente poteva perdersi, portandomi in terre lontane, galassie infinite, nuovi mondi da scoprire. Il Sogno. La porta che conduce al di là della soglia. Apre mondi che non potremmo “vedere” se guardassimo solo con gli occhi.
Il Sogno è il Cuore in espansione e mi riporta a
“Casa”.

Fuoco

Il Fuoco che brucia dentro al mio cuore pronto
ad esplodere ma silenzioso implode dentro devastando ogni cosa. Fu così che mi affacciai all’adolescenza con mille dubbi, complessi e tante domande senza risposta.
Oggi quel Fuoco si è placato diventando forza motrice di una nuova visione.

Luna

Luna, compagna di sempre a cui raccontare i dolori, gli amori, e con sguardo sornione mi sorride, come una madre che guarda il proprio figlio cadere ma non gli tende la mano, perché vuole farlo fortificare: “devi farcela da solo, dai alzati”. Continuavo a cadere, a cadere, a rialzarmi, e ancora a rialzarmi come la ruota del Saṃsāra.
Ho imparato a stare in piedi, ora.

Mercurio

Guardo il Cielo e come Mercurio vorrei essere, volare verso l’Eterno per non tornare più. Stanco sono dell’umano sentire. Solo lo sguardo potevo volgere, anche quando ormai uomo divenuto ero, perché la zavorra della mia mente mi ancorava all’amata Vita.
Ho imparato a volare senza perdermi e a tornare.

Venere

Come Venere ferita nell’intimo della mia innocenza mi sentivo, quando per la prima volta conobbi l’amore. Rifiutato, e rinnegato, e ciò che chiamavo amore prima, ora erano solo corpi aggrovigliati. Acrobazie funamboliche di un uomo che aveva donato il proprio intimo, il proprio corpo al primo passante, e come un libro già letto lo butti in fondo allo scaffale o nella pattumiera.
Oggi conosco l’Amore.

Sole

Spesso, nei momenti di solitudine in questo mio viaggio, guardo il Sole fino a perdere la vista, quando tutto diventa bianco, e poi il buio. Guadarlo negli occhi è troppa la luce. È troppo l’amore che vibra. Tutto è troppo e rischi di diventare cieco per la troppa luce.
Si espande come l’amore che provo quando guardo il creato.

Marte

Sornione Marte guarda senza mai intervenire o quando non te lo aspetti, all’improvviso, quasi come fosse uno scherzo perdendo così quella forza, quel motore che dovrebbe essere. La determinazione, l’azione, fallita più delle volte impedendo così la battaglia per giusta causa.
Ho imparato a essere più determinato.

Giove

A volte mi espando come Giove, come un abbraccio sincero, e colgo, a volte, quella gioia piena dove sprazzi d’oro si manifestano. Mi espando sempre più dentro al mio viaggio interiore a trovare il Principio per ricongiungermi. Mi lascio cullare e osservo il dipanarsi degli eventi così da poterne partecipare ma l’ego mi distoglie dalla retta via e mi mostra solo la mia miseria.
In viaggio sono.

Saturno

In attesa che si apra l’ultima porta, il guardiano per eccellenza osserva il mio viaggio manifesto: Saturno, per condurmi oltre la soglia dove meraviglie mi attendono. Signora del Tempo, Kronos, scandisce la salita per arrivare sempre più nel profondo e sempre più giù, nel punto recondito del mio universo, fino a quel punto luminoso da attraversare.

Autoritratto è un’installazione composta da 11 tele, eseguite ad olio su tela con un formato di 40 × 40 cm e 11 racconti. Rappresenta il mio viaggio d’Amore: Terra, Acqua, Aria e Fuoco, Luna, Venere, Mercurio, Sole, Marte, Giove e Saturno.
Scelgo di essere Terra per contenere l’acqua della tempesta. Scelgo di essere Acqua per fecondare la terra arida. Scelgo di essere Aria per far ardere la fiamma dell’Amore. Scelgo di essere Fuoco per bruciare d’ardore nell’estasi del Colore.
Sono la Luna mutevole, silenziosa, taciturna che sa stare nell’ombra e nella luce. Sono una Venere fragile, arresa alla propria diversità. Sono Mercurio che alza gli occhi al cielo per trovare la direzione. Sono il Sole che risplende nel cuore che mi contiene. Sono quel Marte che non vorrei essere, beffardo e solitario. Sono Giove che guarda nell’abisso e si espande per portare luce. Saturno, sono, che aspetta in silenzio che l’ultima porta si apra”.